sabato 22 novembre 2014

DEI LANDINI E DELLA FIOM

Nei primi giorni di novembre il quotidiano veneto “Il Gazzettino”  ha pubblicato una mia lettera. La stessa è stata pubblicata nell’apposita rubrica sul sito di Roberto D’Agostino ("Dagospia"), e pure sul quotidiano “Libero” (ma lì con qualche taglio).
... Nella lettera, riferendomi al pestaggio del 29 ottobre scorso ai danni degli operai di Terni (che manifestavano a Roma), ho commentato l’episodio partendo dal presupposto che se non fosse per la polizia (ovviamente dotata di manganelli), le piazze potrebbero diventare un teatro per i balordi - interni o esterni ai gruppi che manifestano - che vogliono scatenare l’inferno.

Nella mia lettera ho dato per acquisito che il governo Renzi non può aver ordinato di manganellare gli operai (d’altra parte, anche il ministro Alfano ha precisato che il video di“Gazebo”  non ha dimostrato un bel niente, e che in ogni caso quel filmato non era l’unico a fornire le immagini di quanto è successo).
... Altri video, infatti, hanno dimostrato che tra gli operai, quel giorno, c’erano diversi provocatori (che inizialmente il sindacalista della Fiom-Cgil Maurizio Landini ha provato ad allontanare), sebbene dopo l’episodio delle manganellate tutti hanno cercato di alzare un polverone, per meglio atteggiarsi a vittime e confondere le acque (pure il furbetto Landini, che ha trovato più utile sfruttare l’occasione per accusare il governo, perfino atteggiandosi ad operaio!).

A questo punto, prima di riproporre qui sotto il testo della mia lettera, voglio precisare che effettivamente Maurizio Landini è stato (per pochissimo), un operaio, quando era molto giovane. Però, come la governante della pubblicità, ha “cominciato presto e finito presto”, perché ha lavorato in fabbrica giusto il tempo di capire che predicare e piagnucolare è meno faticoso che lavorare.
... E infatti si è dedicato quasi subito ad altra missione, che fosse più intellettuale e più prestigiosa, sebbene in televisione lo vediamo sempre con quell’aria dimessa e quel tono di voce rabbioso che gli tornano molto utili, per fingersi operaio!

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    Alle redazioni de “Il Gazzettino”, di “Libero”, di “Dagospia”
«Da ex iscritto, so che nella Fiom-Cgil ci stanno troppe teste calde. Da un video si evince che alla manifestazione degli operai di Terni si è cercato di allontanare i teppisti (che insultavano, lanciavano oggetti, fronteggiavano gli agenti con toni minacciosi, costringendoli ad arretrare). Ma poi per confondere le acque e far scena, la Fiom ha sbraitato tirando in campo perfino la Leopolda.
La Polizia ha il diritto e il dovere di bloccare gli scalmanati, all’occorrenza coi manganelli. Landini (che voleva occupare le fabbriche), condanni chi blocca le strade impedendo ad altri lavoratori di recarsi in farmacia, o ritornare per tempo dai propri cari. Chiuda coi balordi dei centri sociali che spaccano vetrine, incendiano auto, sputano sulle forze dell’ordine. Invece di fingersi operaio (“Noi che lavoriamo, noi unici onesti” ), chieda alla Camusso (che si lagna dei “poteri forti” ), quanto è costato il suo caro Cnel. Le consigli di non denunciare chi ha parlato di “tessere false”  (perché di “irregolarità”  e di “voti gonfiati”  nell’elezione della Susanna, aveva parlato per primo il leader Fiom Giorgio Cremaschi). E ci dica: com'é che le nuove Brigate Rosse, che si erano infiltrate quasi solo in Fiom, avanzavano fin nei direttivi?»  
    Natale Pellizzer (TV)