sabato 23 novembre 2013

GIOVANARDI NON C'ENTRA



Il sito di Roberto D’Agostino (Dagospia), ha pubblicato una mia lettera sul giovane che si è suicidato lamentando il presunto clima omofobico:

Cara Redazione di Dagospia, il 21enne che si è suicidato lamentando il presunto clima omofobico non si era confidato coi genitori. Ma il coraggio per buttarsi lo ha trovato, causando loro ancora più dolore, scoraggiando gli adolescenti gay più fragili (che penseranno di appartenere ad una categoria sfigata), alimentando nei bulli il pregiudizio (sui gay "senza carattere").
Se non emergono vere responsabilità stento a credere - anche se il ragazzo ne fosse stato convinto - che la causa del gesto vada individuata, poniamo, nelle politiche alla Giovanardi. A fare autocritica dovrebbero essere pure i "professionisti dell'antiomofobia": invece di contribuire all'effetto emulazione (pubblicizzando casi limite), dovevano incoraggiare gli sfiduciati (sottolineando i progressi del costume, in Italia e perfino in Vaticano)! Chi si butta sul morto gridando "al lupo, al lupo" non è credibile, e non strapperà uno straccetto di legge.
        Natale Pellizzer

STRATEGIE TELEFONICHE


Il quotidiano veneto “Il Gazzettino” ha pubblicato una mia lettera in cui mi sono detto stupito del Presidente della Puglia Nichi Vendola, che ha chiesto le dimissioni della ministra Cancellieri (visto che anche lui, come lei, ha usato il telefono in modo un po’ spregiudicato).


 Dalla rubrica lettere de “Il Gazzettino” (di lunedì 18 novembre 2013)  

         “STRATEGIE TELEFONICHE”
Vendola dice che la sua risata era strategica. E dunque che, fingendo complicità, si sforzava di rendere Archinà più arrendevole. Ma se la mettiamo così, allora dobbiamo assolvere anche la Cancellieri, che può giustificare le frasi intercettate non solo con l’imbarazzo, ma soprattutto dicendo che erano parole “di circostanza”, che si usano perfino quando a cadere in disgrazia è il tuo peggior nemico. Non voglio le dimissioni di Nichi, ma lui si dovrebbe vergognare di aver chiesto le dimissioni della ministra.
         Natale Pellizzer