domenica 15 febbraio 2015

LE VISPETERESE

A proposito delle due "vispeterese" Greta e Vanessa. Il quotidiano “Il Giornale” ha sottolineato le perplessità di Paolo Vitelli (deputato di “Scelta Civica”), che ha chiesto: “Perché Greta e Vanessa sono entrate in Siria illegalmente, mentre il loro accompagnatore no? Perché tempi così brevi tra il loro ingresso in terra siriana e il rapimento, quasi a sottintendere che non si sia trattato solo di un sequestro ad opera di un’organizzazione criminale, ma di un’operazione pianificata a tavolino?”.


In effetti, molti si sono interrogati sulle “amicizie pericolose” delle due sciocche suffragette. E il sito “Dagospia” ha pubblicato - nell’apposita rubrica - la mia lettera su di loro. 

"Cara Dagospia, voglio Greta e Vanessa a patire la fame all’Isola dei Famosi. I soldi ottenuti dal programma potrebbero poi darli in beneficenza (c’è bisogno anche in Italia, lo sanno le due suffraggette?). Noi, controllando quel che fanno nell’isola, potremmo capire la loro stralunata visione del mondo. Capiremmo se sono altruiste o esibizioniste, se sono pacifiste o paciFINTE. Loro, invece, potrebbero spiegare che progetto avevano ideato (…assieme ad un giornalista di Giuliano Ferrara, poi!).
Magari ci direbbero dove hanno trovato i finanziamenti, e cosa dicevano gli slogan in arabo che avevano esibito su Facebook. Tornerebbero dall’Isola meno in carne, magari anche meno scontrose e più sorridenti di quando sono tornate dalla prigionia (che durezza, e quanta poca gratitudine verso il ministro che è andato loro incontro!). In ogni caso non tornerebbero incappucciate in quel modo (manco sentissero nostalgia per il velo che portavano fin poco prima!).
Nel frattempo, familiari insolenti permettendo (quelli che “non devono chiedere scusa”, e che “Gentiloni l’ha spiegato, inventatevi altri scoop”), smentiscano certe insinuazioni. Perché si è ipotizzato perfino che il rapimento fosse una messinscena. Per aiutare finanziariamente gli insorti, (a nostre spese). E per coronare sogni di gloria (senza manco patire le privazioni e la solitudine, come avverrebbe all'ultima spiaggia".
          Natale Pellizzer