Dal mio profilo su Twitter, ho lanciato un cinguettio in onore di Papa Francesco. Che oggi, con un discorso durissimo, ha fatto l'elenco dei malanni spirituali che colpiscono la Curia
Il #Papa:"Mai visto el camion de trasloco dietro a corteo funebre" (Traduco: che ridere el card.#bertone co piede ne la tomba, che trasloca)
Sono un profugo di Splinder. Quando mi hanno annunciato lo sfratto da quella piattaforma, lo ammetto, sono andato in paranoia (perché non sapevo dove mettere in salvo la mia mercanzia). Se non do fastidio, avrei pensato di parcheggiare qua un po' della mia roba. Inoltre, sempre se c'è spazio, avrei anche dell'altro: alcune cosette che ho trovato strada facendo, mentre ero alla ricerca di un nuovo riparo, e naturalmente anche tutte le cianfrusaglie che domani mi venisse in mente di raccogliere
martedì 23 dicembre 2014
sabato 22 novembre 2014
DEI LANDINI E DELLA FIOM
Nei primi giorni di novembre il quotidiano veneto “Il
Gazzettino” ha pubblicato una mia lettera. La stessa è stata
pubblicata nell’apposita rubrica sul sito di Roberto D’Agostino ("Dagospia"), e pure sul
quotidiano “Libero” (ma lì
con qualche taglio).
... Nella lettera, riferendomi al pestaggio del 29 ottobre scorso ai danni degli operai di Terni (che manifestavano a Roma), ho commentato l’episodio partendo dal presupposto che se non fosse per la polizia (ovviamente dotata di manganelli), le piazze potrebbero diventare un teatro per i balordi - interni o esterni ai gruppi che manifestano - che vogliono scatenare l’inferno.
Nella mia lettera ho dato per acquisito che il governo Renzi non può aver ordinato di manganellare gli operai (d’altra parte, anche il ministro Alfano ha precisato che il video di“Gazebo” non ha dimostrato un bel niente, e che in ogni caso quel filmato non era l’unico a fornire le immagini di quanto è successo).
... Altri video, infatti, hanno dimostrato che tra gli operai, quel giorno, c’erano diversi provocatori (che inizialmente il sindacalista della Fiom-Cgil Maurizio Landini ha provato ad allontanare), sebbene dopo l’episodio delle manganellate tutti hanno cercato di alzare un polverone, per meglio atteggiarsi a vittime e confondere le acque (pure il furbetto Landini, che ha trovato più utile sfruttare l’occasione per accusare il governo, perfino atteggiandosi ad operaio!).
A questo punto, prima di riproporre qui sotto il testo della mia lettera, voglio precisare che effettivamente Maurizio Landini è stato (per pochissimo), un operaio, quando era molto giovane. Però, come la governante della pubblicità, ha “cominciato presto e finito presto”, perché ha lavorato in fabbrica giusto il tempo di capire che predicare e piagnucolare è meno faticoso che lavorare.
... E infatti si è dedicato quasi subito ad altra missione, che fosse più intellettuale e più prestigiosa, sebbene in televisione lo vediamo sempre con quell’aria dimessa e quel tono di voce rabbioso che gli tornano molto utili, per fingersi operaio!
____________________________
Alle redazioni de “Il Gazzettino”, di “Libero”, di “Dagospia”
«Da ex iscritto, so che nella Fiom-Cgil ci stanno troppe teste calde. Da un video si evince che alla manifestazione degli operai di Terni si è cercato di allontanare i teppisti (che insultavano, lanciavano oggetti, fronteggiavano gli agenti con toni minacciosi, costringendoli ad arretrare). Ma poi per confondere le acque e far scena,la
Fiom ha sbraitato tirando in campo perfino la Leopolda.
La Polizia ha il diritto e il dovere di bloccare gli scalmanati, all’occorrenza coi manganelli. Landini (che voleva occupare le fabbriche), condanni chi blocca le strade impedendo ad altri lavoratori di recarsi in farmacia, o ritornare per tempo dai propri cari. Chiuda coi balordi dei centri sociali che spaccano vetrine, incendiano auto, sputano sulle forze dell’ordine. Invece di fingersi operaio (“Noi che lavoriamo, noi unici onesti” ), chieda alla Camusso (che si lagna dei “poteri forti” ), quanto è costato il suo caro Cnel. Le consigli di non denunciare chi ha parlato di “tessere false” (perché di “irregolarità” e di “voti gonfiati” nell’elezione della Susanna, aveva parlato per primo il leader Fiom Giorgio Cremaschi). E ci dica: com'é che le nuove Brigate Rosse, che si erano infiltrate quasi solo in Fiom, avanzavano fin nei direttivi?»
Natale Pellizzer (TV)
... Nella lettera, riferendomi al pestaggio del 29 ottobre scorso ai danni degli operai di Terni (che manifestavano a Roma), ho commentato l’episodio partendo dal presupposto che se non fosse per la polizia (ovviamente dotata di manganelli), le piazze potrebbero diventare un teatro per i balordi - interni o esterni ai gruppi che manifestano - che vogliono scatenare l’inferno.
Nella mia lettera ho dato per acquisito che il governo Renzi non può aver ordinato di manganellare gli operai (d’altra parte, anche il ministro Alfano ha precisato che il video di“Gazebo” non ha dimostrato un bel niente, e che in ogni caso quel filmato non era l’unico a fornire le immagini di quanto è successo).
... Altri video, infatti, hanno dimostrato che tra gli operai, quel giorno, c’erano diversi provocatori (che inizialmente il sindacalista della Fiom-Cgil Maurizio Landini ha provato ad allontanare), sebbene dopo l’episodio delle manganellate tutti hanno cercato di alzare un polverone, per meglio atteggiarsi a vittime e confondere le acque (pure il furbetto Landini, che ha trovato più utile sfruttare l’occasione per accusare il governo, perfino atteggiandosi ad operaio!).
A questo punto, prima di riproporre qui sotto il testo della mia lettera, voglio precisare che effettivamente Maurizio Landini è stato (per pochissimo), un operaio, quando era molto giovane. Però, come la governante della pubblicità, ha “cominciato presto e finito presto”, perché ha lavorato in fabbrica giusto il tempo di capire che predicare e piagnucolare è meno faticoso che lavorare.
... E infatti si è dedicato quasi subito ad altra missione, che fosse più intellettuale e più prestigiosa, sebbene in televisione lo vediamo sempre con quell’aria dimessa e quel tono di voce rabbioso che gli tornano molto utili, per fingersi operaio!
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Alle redazioni de “Il Gazzettino”, di “Libero”, di “Dagospia”
«Da ex iscritto, so che nella Fiom-Cgil ci stanno troppe teste calde. Da un video si evince che alla manifestazione degli operai di Terni si è cercato di allontanare i teppisti (che insultavano, lanciavano oggetti, fronteggiavano gli agenti con toni minacciosi, costringendoli ad arretrare). Ma poi per confondere le acque e far scena,
La Polizia ha il diritto e il dovere di bloccare gli scalmanati, all’occorrenza coi manganelli. Landini (che voleva occupare le fabbriche), condanni chi blocca le strade impedendo ad altri lavoratori di recarsi in farmacia, o ritornare per tempo dai propri cari. Chiuda coi balordi dei centri sociali che spaccano vetrine, incendiano auto, sputano sulle forze dell’ordine. Invece di fingersi operaio (“Noi che lavoriamo, noi unici onesti” ), chieda alla Camusso (che si lagna dei “poteri forti” ), quanto è costato il suo caro Cnel. Le consigli di non denunciare chi ha parlato di “tessere false” (perché di “irregolarità” e di “voti gonfiati” nell’elezione della Susanna, aveva parlato per primo il leader Fiom Giorgio Cremaschi). E ci dica: com'é che le nuove Brigate Rosse, che si erano infiltrate quasi solo in Fiom, avanzavano fin nei direttivi?»
Natale Pellizzer (TV)
domenica 31 agosto 2014
QUELLI CHE IL DIALOGO
Il sito di Roberto D'Agostino ("Dagospia"), ha pubblicato la mia lettera contro Alessandro Di Battista, il grillino che non solo vorrebbe "eleggere ad interlocutori" i tagliagole, ma pretenderebbe anche - e proprio adesso! - di cambiare “su base etnica” i confini tracciati “a tavolino col righello, dalle potenze coloniali del ‘900”.
Questo è quello che ho voluto dire alla Redazione di Dagospia;
«I disperati, se non sono anche criminali, non si fanno reclutare da organizzazioni che rapiscono squadre di donne e bambini. Se chiedo aiuto, quando stanno per tagliarmi la testa, non so che farmene di chi vien lì – magari disarmato – a chiedere una “conferenza di pace”. Confrontare Boko Haram all’Eni, e sforzarsi di capire una Isis che vuole solamente imporre agli altri il suo mondo, non serve a nulla. A Barack Obama non si possono rinfacciare gli errori di Bush o l’uccisione di Enrico Mattei. E ci vuole una bella faccia tosta per proporre proprio ora di cambiare “su base etnica” i confini tracciati “a tavolino col righello, dalle potenze coloniali del ‘900”. Ma soprattutto, come può il grillino Di Battista voler “eleggere a interlocutori” certe belve assatanate -chiamarli terroristi è poco- se fino a ieri dialogava solo con quelli del suo clan, e ci stressava puntando il dito contro le (presunte) trattative stato-mafia?».
Natale Pellizzer
______________________
La mia lettera è la n° 12 della rubrica di Dagospia, a questo link
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/proposito-dell-isis-ricordate-che-guerra-non-si-gioca-col-fairplay-83130.htm
Questo è quello che ho voluto dire alla Redazione di Dagospia;
«I disperati, se non sono anche criminali, non si fanno reclutare da organizzazioni che rapiscono squadre di donne e bambini. Se chiedo aiuto, quando stanno per tagliarmi la testa, non so che farmene di chi vien lì – magari disarmato – a chiedere una “conferenza di pace”. Confrontare Boko Haram all’Eni, e sforzarsi di capire una Isis che vuole solamente imporre agli altri il suo mondo, non serve a nulla. A Barack Obama non si possono rinfacciare gli errori di Bush o l’uccisione di Enrico Mattei. E ci vuole una bella faccia tosta per proporre proprio ora di cambiare “su base etnica” i confini tracciati “a tavolino col righello, dalle potenze coloniali del ‘900”. Ma soprattutto, come può il grillino Di Battista voler “eleggere a interlocutori” certe belve assatanate -chiamarli terroristi è poco- se fino a ieri dialogava solo con quelli del suo clan, e ci stressava puntando il dito contro le (presunte) trattative stato-mafia?».
Natale Pellizzer
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La mia lettera è la n° 12 della rubrica di Dagospia, a questo link
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/proposito-dell-isis-ricordate-che-guerra-non-si-gioca-col-fairplay-83130.htm
lunedì 11 agosto 2014
GRAN PUTIN-ATA
Il giornale della mia parrocchia ha lasciato intendere che Vladimir Putin è - magari a sua insaputa - uno strumento di Dio. In un articolo hanno spiegato, infatti, che è proprio grazie a questo ex agente del Kgb - ma anche grazie ai digiuni e alle preghiere che la Madonna di Fatima ci aveva chiesto - se la Russia si sta infine convertendo. Fra l'altro: realizzando in questo modo la profezia mariana: alleluia!
Tutto ciò sarebbe dimostrato da molti indizi: intanto quello sta diventando un Paese, dice il bollettino, che rispetta i Sacri Valori (anche per le leggi che va stabilendo). Per cui lì, diversamente che “nel nostro occidente”, si pongono dei freni ad aborto, eutanasia, rivendicazioni gay, eccetera. E poi perché - conseguentemente a tutto ciò - la Russia sta diventando una “potenza sul piano sia politico sia economico” in cui si vedono “i primi risultati della lotta alla corruzione” (… domanda: ma li leggono i giornali, questi qui? Sanno cosa sta succedendo?).
Una teoria, questa del Vlady inconsapevole “Defensor Fidei”, che potrebbe essere scambiata per una barzelletta (se non fosse che - considerando l’attualità - fa piangere, più che ridere). Insomma: una tesi bizzarra e sconclusionata che, almeno cristianamente parlando, è anche una gran putin-ata!
Ad ogni modo: recentemente il sito di Roberto D’Agostino (www.dagospia.com),ha pubblicato la lettera in cui ho raccontato di questa buffonata di articolo. Naturalmente la ripropongo qui, ma prima voglio pubblicare i punti più scabrosi di quel che avevano sostenuto.
Dall’articolo “Rinasce la Grande Russia?”
«… Mentre da noi in un occidente, così occhiuto e guardingo nel difendere la laicità dello stato, sarebbe impensabile vedere un capo di stato assistere pubblicamente ai riti del Natale o della Pasqua, non così [avviene] nella Russia di oggi dove presidente e primo ministro non si fanno specie di partecipare alle solennità religiose senza che alcuno gridi allo scandalo per la violazione della laicità delle istituzioni. Ma c’è di più. Se il nostro occidente (si vedano le prese di posizione, anche recenti, delle istituzioni UE), cerca di accreditare aborto, suicidio più o meno liberamente richiesto o – come si suol dire – assistito, matrimoni tra persone dello stesso sesso come diritti e conquiste di civiltà, la Russia, giustamente preoccupata per il drammatico calo della popolazione emerso dopo decenni di aborto indiscriminato (siamo nell’ordine di un milione di non nati all’anno a partire dal 1920), sta ponendo limiti di carattere normativo […]. Probabilmente, anche in virtù di questo recupero oggi la Russia, in particolare nella cosiddetta era di Putin, si sta accreditando come potenza sul piano sia politico sia economico. Lo stesso livello materiale di vita della popolazione, per quanto rimangano ancora sacche di povertà e grossi problemi da risolvere, è in questi anni notevolmente migliorato, mentre si vedono i primi risultati della lotta alla corruzione […]. Guardando alla situazione della Russia odierna non possiamo non riandare con il pensiero a quanto disse la Vergine a Fatima su questo grande paese allora sconvolto dalla rivoluzione bolscevica, e cioè che con la preghiera e il digiuno “la Russia si convertirà e alla fine il mio cuore immacolato trionferà”. Il cristiano, alla luce della fede, può scorgere negli eventi russi di questi ultimi decenni l’inverarsi di quella profezia…».
Dalla rubrica lettere del sito Dagospia:
«La mia parrocchia è addolorata per l'oltraggio a due capitelli mariani. Ho scoperto tutto ciò leggendo il loro bollettino, dove il parroco se n'è lamentato. Tuttavia, girando pagina ho dovuto notare un articolo che poneva una domanda - considerando l'attualità - altrettanto sconcertante. Questa: "Rinasce la Santa Russia?". E lì si spiegava che Putin sta realizzando - anche grazie alle preghiere e ai digiuni chiesti dalla Madonna di Fatima - il disegno di Dio. Ovvero: la cosiddetta "conversione della Russia".
Da agnostico non so dire se esiste una "Madre Celeste", se c'è sarà stanca di essere tirata per il Velo! Ma ricordo agli intolleranti che siamo nell'era Bergoglio, perciò è anacronistico sfruttare il Cattolicesimo per proporre una idea antidemocratica della Disciplina, della Morale, e della Tradizione. A maggior ragione se si spacciano per "difensori della Fede" certi prepotenti che piacciono più per il (presunto) lato machista, che per la loro (falsa) difesa dei Valori Supremi».
(Natale Pellizzer)
venerdì 8 agosto 2014
IL TRENO DEL PROGRESSO
Possiamo lamentarci finché vogliamo, ma dobbiamo – che lo si voglia o no – rassegnarci al Progresso. Possiamo menarla in lungo e in largo, trastullarci nelle solite frasi fatte (“piove governo ladro”, “signora mia dove andremo a finire”, “oddio, non ci sono più le mezze stagioni”…), ma spesso, se troviamo da ridire, non è perché il mondo va a rotoli: casomai perché non riusciamo a stargli dietro.
... E’ vero che, per bene che vada, fra 100 anni nessuno di noi sarà qui. Ma è anche vero che - a prescindere da tutto e da tutti - il mondo andrà avanti lo stesso, con noi o senza di noi. Come sempre, come prima, probabilmente meglio di prima. Per dire: i nostri nonni, che hanno visto la guerra e forse conosciuto la fame, non potevano neanche alzare la testa di fronte al sindaco, al parroco, al farmacista, alla bidella della scuola. Invece noi, oggi, grazie a internet possiamo sputare e urlare su ogni cosa. E magari i nostri nipotini, un giorno, potranno financo vedere gli asini che volano, ma per davvero.
Molta gente che oggi si lamenta, dovrebbe riconoscere di aver semplicemente perso il treno.
... Quello del Progresso, che loro non hanno voluto prendere (forse perché hanno preferito voltarsi indietro, rimpiangere il passato, o magari perché pensavano di non potersi permettere un simile viaggio: per la serie “oddio, sta arrivando la rivoluzione e io non ho nulla da mettermi!).
Paolo Isotta (critico musicale del Corriere della Sera), è una di queste persone che sono rimaste a piedi. Attaccate ad un passato che non funziona più, hanno perso il treno. E adesso sputano sul Progresso che loro non hanno saputo vedere. Infatti, nei giorni in cui la fidanzatina di Silvio Berluska (la Francesca Pascale), si iscriveva all’Arcigay, lui si dimenava a spiegare sui giornali che non sopporta di essere definito omosessuale o gay perché vuol essere considerato un “ricchione”.
... E siccome è rimasto fermo alla Napoli di San Gennaro e degli scugnizzi (una Napoli che ormai non esiste più neanche nelle cartoline), ci tiene a sottolineare il suo ribrezzo per gli omosessuali che si atteggiano a persone “perbene”.
Appena mi è capitato di leggere le penose dichiarazioni dell'Isotta, ho pensato di dover subito scrivere una lettera a Dagospia.
... Nella quale ho manifestato il mio disappunto per quanto avevo aveva detto. Naturalmente la ripropongo qui.
Alla Redazione di Dagospia: non ho la cultura e la spiritualità di Paolo Isotta (che ha avuto la fortuna di parlare direttamente con San Gennaro), dunque non lo critico se parla del cosiddetto “stato antropologico” dei gay (anzi: “gays” e “ricchioni”, dice lui!), con un linguaggio politicamente scorretto. Per carità, si esprima così, se usare certi insulti lo fa sentire più macho e meno fighetta. Continui a precisare che è contrario al – peraltro mai chiesto! - matrimonio in chiesa. E rimpianga quanto vuole il piccolo mondo antico degli scugnizzi virili e carnalmente violenti (che non si perdevano in femminei coinvolgimenti emotivi ed erano disponibili sul mercato con ogni cosa che respiri). Ma riconosca che finge di dissociarsi perché non vuole ammettere di essere fuori dai tempi e dalla storia (è più antico di un Solange che legge la mano o di un Zeffirelli che ancora cerca la sua Callas!). E visto che è cattolico, risponda ad una domanda: se realmente il matrimonio religioso è “un sacramento che Cristo ha previsto secondo forme immodificabili”, mi può spiegare quando e dove il Messia ha stabilito la formula precisa della etero-cerimonia, necessariamente celebrata da un prete maschio e celibe?
Natale Pellizzer
La mia lettera è anche al link che segue. E’ la n° 18 della rubrica di Dagospia: CLICCANDO QUI
Qualche giorno dopo la pubblicazione della mia lettera, una signora ha replicato al mio discorso. La lettera della lettrice è la n°9 a questo link di Dagospia: CLICCANDO QUI
giovedì 26 giugno 2014
URUGUAY, AI, AI, AI
All'indomani della penosa partita che ci ha visti uscire dai mondiali di calcio (e che ha certificato la nostra inadeguatezza: i giornali hanno scritto che siamo una nazione senza etica, e che la nazionale di calcio è lo specchio del Paese)), il sito di Roberto D'Agostino (Dagospia), ha pubblicato una mia considerazione sulla questione.
... Questo il mio pensierino: «A proposito della partita Italia-Uruguay : dite al cattolico proibizionista Giovanardi che dopo aver legalizzato la marijuana, l'Uruguay ha battuto il nostro bigotto Paese, tié!».
Il link alla rubrica, cliccando qui
... Questo il mio pensierino: «A proposito della partita Italia-Uruguay : dite al cattolico proibizionista Giovanardi che dopo aver legalizzato la marijuana, l'Uruguay ha battuto il nostro bigotto Paese, tié!».
Natale Pellizzer
Il link alla rubrica, cliccando qui
martedì 25 marzo 2014
IL VENETO DI PEGGA PIG
Il sito di Roberto D'Agostino (Dagospia) ha
pubblicato la lettera in cui contestavo i risultati del referendum
online degli indipendentisti veneti. E' la n. 8 della loro rubrica, e la si può trovare a questo link.
Ad ogni modo, il testo della lettera è questo:
«Dicono che qui in Veneto, al referendum virtuale degli indipendentisti, ha votato "il 73% del corpo elettorale regionale". Io so solo che siam tutti figli -io per primo- di contadini (con più familiarità per il maiale da ingrassare che per la tastiera su cui pigiare). E poi la stragrande maggioranza dei veneti di mia conoscenza neppure sapeva del voto online (oppure se ne fregava altamente!). Gli organizzatori, se non potevano aspirare ad avere osservatori internazionali certificati, dovevano procurarsi un pallottoliere. Scoprivano che erano di più, per dire, i veneti che conoscevano (e magari votavano con più convinzione), Peppa Pig».
Natale Pellizzer
Ad ogni modo, il testo della lettera è questo:
«Dicono che qui in Veneto, al referendum virtuale degli indipendentisti, ha votato "il 73% del corpo elettorale regionale". Io so solo che siam tutti figli -io per primo- di contadini (con più familiarità per il maiale da ingrassare che per la tastiera su cui pigiare). E poi la stragrande maggioranza dei veneti di mia conoscenza neppure sapeva del voto online (oppure se ne fregava altamente!). Gli organizzatori, se non potevano aspirare ad avere osservatori internazionali certificati, dovevano procurarsi un pallottoliere. Scoprivano che erano di più, per dire, i veneti che conoscevano (e magari votavano con più convinzione), Peppa Pig».
Natale Pellizzer
mercoledì 12 febbraio 2014
IL FISCHIETTO DELLA BOLDRINI
Il sito di Roberto D’Agostino (Dagospia) ha pubblicato la lettera in cui ho espresso il mio disgusto per Marco Travaglio e quei grillini che hanno attaccato la Boldrini per la sua (presunta), mancanza di imparzialità.
«A "Servizio Pubblico" un Travaglio che ormai non fa più informazione ma ironia, ha lamentato (attraverso la finta lettera di uno studente inglese), la "mancata imparzialità" della Presidente della Camera, anche riferendo che i grillini hanno chiesto le dimissioni della Boldrini "perché non si è mai visto un arbitro che insulta una squadra del campionato e poi continua ad arbitrare indisturbato". Io mi chiedo invece se si è mai visto che un arbitro possa stare zitto e muto quando una squadra lo circonda, lo offende, e lo minaccia, allo scopo di far saltare una partita che considera già persa».
Natale Pellizzer
giovedì 30 gennaio 2014
IL FUMO DI ALFANO
Il sito "Dagospia" ha pubblicato la lettera in cui mi sono chiesto cosa si sarà mai fumato il cattolicissimo Angelino Alfano. Questa qui di seguito:
«Il cattolicissimo Alfano (ex maggiordomo di Silvio bungabunga), insiste a ripetere che se propongono le "nozze gay" scappa "a gambe levate". Si da il caso che Letta nipote non le ha mai proposte, dunque si rilassi, eviti di guardare i film dell'orrore, e controlli quel che fuma (... perché la cannabis non è ancora legale, ahinoi e ahilui!)».
Natale Pellizzer
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