INSTAGRAM ha cancellato un mio post. Uno dei tanti in cui parlavo della vetrina fascista che avevo visto a 15 metri dal municipio di Asolo (Asolo, in provincia di Treviso, è uno dei borghi più belli d'Italia, è la città "dei cento orizzonti").
... Venerdì 15 c.m. mi è sparita la foto e l'ampia descrizione. Ho cercato sotto il tavolo, e dappertutto. Ho frugato nelle tasche e pure nelle mutande. Ma, niente, il post era scomparso del tutto!
POI, FINALMENTE, ho avuto la soluzione del mistero direttamente dal social, attraverso la spiegazione classica ("non hai rispettato...", eccetera). Per un po' ci sono rimasto male, perché era la prima volta che mi accadeva. Ma giusto una mezz'oretta, ecco, perché poco dopo mi è subito passata, la delusione!
... Uèèèè, non mi metto mica a strillare come fanno in tanti, io! Non grido alla censura (suvvia, siamo seri, che non c'abbiamo più l'età per immaginare complotti e scie kimiche contro di noi!). E, d'altra parte, che m'importa, lo stesso post è ancora - almeno al momento in cui scrivo - visibile su Facebook. Che mi serve più di così?
SIAMO UOMINI di mondo, sappiamo bene come vanno queste cose, e capita pure a molti politici potenti di vedere un loro post cancellato con motivazioni surreali.
... E allora, volendo essere modesto (come sono sempre stato), penserò che mi hanno tagliato perché hanno deciso che sono famoso come quelle onorevoli personcine. Massì, ecchecca**o!
CHE POI, IN FONDO (molto in fondo, lo ammetto), che io sia famoso è la pura verità. Vorrà pur dire qualcosa se il quotidiano veneto "Il Gazzettino" ieri ha descritto il sottoscritto come un personaggio da romanzo che in quel di Asolo "annusa l'aria che sa di gelsomino e laguna, passeggia tra i portici, guarda gli scuri delle case, immaginando incontri e segreti".
... Mi sembra chiara la faccenda, no? Dunque, alla luce di questi lirica meravigliosa, a maggior ragione non mi sprecherò a denunciare nessun baicottaggio (non per un post cancellato, almeno!). E non griderò al regime (come fanno gli imbecilli, gli "webbeti"!).
IN UN MODO o nell'altro so come dire la mia. E sono anche bravino. Poi, se mi rendo conto che mi si può descrivere in modo tanto poetico, ne deduco che - indipendentemente dagli algoritmi di Instagram - anche se non sono (non ancora) una celebrità, resta chiara, limpida, lapalissiana, evidente e pacifica una cosetta.
... Questa: che non sono un pincopallino da tastiera, io. Quello proprio no.
Sono un profugo di Splinder. Quando mi hanno annunciato lo sfratto da quella piattaforma, lo ammetto, sono andato in paranoia (perché non sapevo dove mettere in salvo la mia mercanzia). Se non do fastidio, avrei pensato di parcheggiare qua un po' della mia roba. Inoltre, sempre se c'è spazio, avrei anche dell'altro: alcune cosette che ho trovato strada facendo, mentre ero alla ricerca di un nuovo riparo, e naturalmente anche tutte le cianfrusaglie che domani mi venisse in mente di raccogliere
domenica 17 febbraio 2019
PINCOPALLINO MAI
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