A proposito del naufragio della Concordia. Ovvero, la tragedia di una nave che affoga e che sembra la parobola dell'Italia berlusconiana confusa e felice. Pensiero stupendo, questo, di Marco Travaglio, che sul l quotidiano "Il Fatto" ha scritto: "Del capitano Schettino sappiamo tutto e forse, si spera, anche troppo.
Ma non era mica solo, sulla nave. Invece è come se lo fosse: se il
comandante impazzisce, o si ubriaca, o picchia la testa, non c'è niente
da fare. Nessun controllo, nessuna valvola di salvaguardia. Un uomo solo
al comando, con potere di vita e di morte su tutti gli altri. E, se dà
via di matto o semplicemente si fa gli affari suoi, peggio per noi. Vi
ricorda qualcosa?".
Sono un profugo di Splinder. Quando mi hanno annunciato lo sfratto da quella piattaforma, lo ammetto, sono andato in paranoia (perché non sapevo dove mettere in salvo la mia mercanzia). Se non do fastidio, avrei pensato di parcheggiare qua un po' della mia roba. Inoltre, sempre se c'è spazio, avrei anche dell'altro: alcune cosette che ho trovato strada facendo, mentre ero alla ricerca di un nuovo riparo, e naturalmente anche tutte le cianfrusaglie che domani mi venisse in mente di raccogliere
1 commento:
Beh il paragone con Berlusconi sarebbe perfetto se ora Schettino ed in suo nome i suoi ufficiali andassero in televisione a dichiarare: "guardate quei deficienti dei vigili del fuoco e del Comsubin, sono passate delle settimane ed ancora il relitto della nave è lì, stanno facendo un pessimo lavoro. Tutti ci criticavano a noi perchè avevamo appena un po' inclinato la nave, mentre sti deficienti proprio la stanno mandando a fondo".
E sarebbe ancora più calzante se Schettino ed equipaggio avrebbero il potere di richiamare le squadre di recupero ma nonostante queste dichiarazioni ai media non ci pensano minimamente a richimare coloro che devono rimediare ai loro guai
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