Checché ne dica l'eccentrico Oscar Giannino, Santa Romana Chiesa non paga l’Ici (ma anche i sindacati fanno i furbi, e bisogna aggiungere che alle sovvenzioni non rinunciano né i giornali né i radicali).
Oscar Giannino e il cattolico “Avvenire” si sforzano di negare i privilegi della Chiesa sull’Ici. Dal che se ne deduce che questi cianciano di economia (l’eccentrico giornalista), e di etica (il quotidiano dei vescovi). Ma non sanno far di conto, soprattutto non sanno fare i conti con la loro coscienza.
… D’altra parte, che non si potesse snobbare la questione dell’Ici lo ha capito anche il cardinal Bagnasco, che infatti si è detto disponibile a discutere sulla questione (e a quel punto Mario Staderini, segretario del Partito Radicale, ha dichiarato: «Al cardinale vorrei ricordare che c’è poco da discutere e puntualizzare. Una legge italiana non deve essere certo contrattata con la Cei!»).
Oscar Giannino di coraggio ne ha parecchio. Lo si capisce da come si veste, ma soprattutto dalle posizioni che prende. Per dire: all’indomani del devastante terremoto in Giappone ha scritto su “Il Messaggero” un editoriale dal titolo “Test superato: nucleare sicuro, è la prova del nove”. Che si sbagliasse lo si è capito solo dopo, ma intanto lui l’aveva già sparata la sua colorata mazzata!
Pure Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, ha sprezzo del ridicolo. Visto che ha negato le furbate della Chiesa difendendo le presunte “attività solidali e culturali svolte senza l’obiettivo di guadagnarci”.
… Già, ma il problema è capire quali sono le “attività” che – sempre secondo Santa Romana Chiesa – sarebbero completamente gratuite. Perché il clero cattolico si fa pagare di tutto e di più, vuoi con le elemosine dei poveracci, vuoi vendendo l’indulgenza ai potenti. E perché loro il tempio lo hanno sempre profanato (nei giorni pari si travestono da sacerdoti, nei dispari fanno i mercanti.).
Inoltre: con la scusa di proteggere quelli che chiamano i “principi non negoziabili” , questi ipocriti si sono sempre inciuciati al principe di turno (volutamente mischiando quel che bisogna “dare a Cesare”, e quel che “è di Dio”).
Inoltre: con la scusa di proteggere quelli che chiamano i “principi non negoziabili” , questi ipocriti si sono sempre inciuciati al principe di turno (volutamente mischiando quel che bisogna “dare a Cesare”, e quel che “è di Dio”).
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Inoltre: dedico questo post ai direttori dei quotidiani “Manifesto” e “Liberazione” (che in questo momento di sacrifici hanno firmato un appello assieme ad “Avvenire” per vedersi ancora riconosciuto il finanziamento pubblico). E infine, lo dedico ai valorosi Radicali, che tanto hanno fatto per farci conoscere i privilegi della Chiesa e dei sindacati (ma che intanto non vogliono rinunciare alle sovvenzioni dello Stato alla loro radio: ma che bravi anche loro!).
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